mercoledì 9 gennaio 2013

Abisso "W le donne" 02-06/01/2013


La scorsa settimana, da mercoledì a domenica, ho partecipato ad una nuova punta esplorativa nell’abisso W le donne. L’ingresso della grotta si apre a quota 2190m lungo la cresta di Piancaformia , sulla Grigna Settentrionale,e fa parte di un complesso carsico che si estende per più di 21 km sotto il massiccio della Grigna.

Il nostro intento era trovare nuove prosecuzioni che ci permettano di raggiungere la sorgente di Fiumelatte, a Varenna, dove le acque sotterranee tornano in superficie. Circa 600m di dislivello e 8 km in linea d’aria separano le zone più remote dell’abisso dalla risorgenza.

Nel primo pomeriggio di mercoledì, dopo un lungo avvicinamento in neve fresca, caricati da pesanti zaini, entriamo per raggiungere in serata il campo base che è stato allestito a quota -900 (dislivello negativo dall’ingresso), punto d’appoggio fondamentale per le lunghe permanenze.

Dopo una notte di riposo, nella giornata di giovedì ci dedichiamo alla rivisita ed al rilievo di alcuni rami in una zona non troppo lontana dal campo base dove, grazie ad un breve scavo intercettiamo un meandro inesplorato che riusciamo a percorrere fino ad arrestarci sopra ad un pozzo che non abbiamo potuto scendere per mancanza di corde. Dopo circa 12 ore rientriamo al campo base per la cena ed un meritato riposo.

Venerdì mattina partiamo per l’impegnativa punta esplorativa nelle zone più profonde della grotta dove è necessario indossare mute stagne per superare numerosi tratti completamente allagati. A quota -1150, oltre ad un (per ora) infruttuoso scavo in frana percorriamo un ramo laterale abbastanza scomodo e stretto dove riusciamo a superare il precedente limite esplorativo; purtroppo un nuovo ostacolo ferma la nostra corsa: una grossa lama incastrata che necessita di opera di disgaggio ci impedisce di passare, ma al di là di essa si vede chiaramente il meandro proseguire con dimensioni più che ragionevoli. Dopo 22 ore siamo nuovamente al campo base e finalmente ci infiliamo nei sacchi a pelo.

Al risveglio, nel tardo pomeriggio di sabato, dopo un abbondante pranzo-cena-colazione partiamo per affrontare la lunga successione di verticali che ci riporteranno fuori e, dopo circa 14 ore di salita, rivediamo la luce del sole nella mattinata di domenica. La discesa dalla cresta all’auto è inframmezzata da un’imperdibile pausa pranzo al Rifugio Bogani.

In entrambe le nuove diramazioni trovate la notevole circolazione d’aria lascia ben sperare sulle possibilità di prosecuzione, quindi torneremo attrezzati come necessario per superare gli ostacoli che ci hanno fermato; per ora abbiamo l’ulteriore conferma (dopo le esplorazioni del novembre scorso oltre il sifone terminale) che la grotta ha ancora molto da offrire e che la strada verso Fiumelatte esiste, non ci resta che trovarla e percorrerla.

Hanno partecipato a questa punta esplorativa: Andrea Maconi (Gruppo Grotte Milano – INGRIGNA!), Alessandro Rinaldi (Speleo Club Romano di Lombardia – INGRIGNA!),  Renzo Gaiti, Giorgio Pannuzzo ed il sottoscritto (Gruppo Speleologico Bergamasco Nottole – INGRIGNA!).


Purtroppo non ho immagini da pubblicare, ma scattare foto decenti in certe condizioni è abbastanza complicato.

3 commenti:

  1. sempre belli i racconti del Jules Verne della Valcalepio, bravo e bravi.

    l'etichetta speleo te la sei proprio guadagnata, creala che attira molti visitatori dai motori di ricerca! ;-)

    RispondiElimina
  2. ...i miei più grandi complimenti!...spero veramente che le vostre prossime esplorazioni vadano a buon fine!
    Ciao!!!!

    RispondiElimina
  3. BRAVO MAURIZIO, ORGOGLIO ANCHE SOTTERRANEO DEL GRUPPO VALCALEPIO!!!

    RispondiElimina