Riporto integralmente quanto pubblicato dal nostro allievo Alessandro sul suo blog:
Lungo
il Sentiero Italia fino al Passo di Nefelgiù.
In occasione del corso
di scialpinismo base SA1 tenuto dal Cai Valcalepio
ho avuto occasione di scoprire un angolo del Piemonte che fino ad oggi neppure
sapevo della sua esistenza; la Val Formazza. La Val Formazza è una
delle valli del comprensorio della Val d’Ossola e si trova all’estremità
nord del Piemonte al confine con la Svizzera ed è percorsa dal fiume Toce. Nell’itinerario che vi
propongo in questo articolo andremo ad inoltrarci in una delle valli laterali
più importanti, la Valle Vannino attraversata dall’omonimo torrente e
capeggiata dal lago artificiale Vannino che durante la stagione invernale si
ghiaccia completamente e permette il suo attraversamento.
Qui se siete con la splitboard armatevi di pazienza perché quello che in salita era un dolce falso piano ora è un dolce “falso discesa”, cercate di far scorrere il più possibile per portarvi fino alla fine della Valle Vannino per poi rientrare nel bosco e giungere all’arrivo dell’impianto di risalita.
“Il
Lago Vannino con tracce di motoslitta.”
L’escursione parte dal
piccolo abitato di Canza che si trova a quota 1420 mslm e dista
pochi chilometri dal centro abitato di Formazza che vi troverete obbligati a
superare per risalire la valle che sempre si fa più stretta. Superata la Chiesa
di San Rocco, attraversare il ponticello sul fiume Toce e parcheggiare
alla vostra sinistra in un piccolo spazio autorizzato non a pagamento. Pellare, accendere
l’ARTVA, fare il test di gruppo e via! Seguire il Sentiero Italia che vi
condurrà all’interno di un bosco, qualche tornante, il tempo di un paio di foto
e già sarete a circa 1800 mslm all’arrivo della seggiovia che sale dall’abitato
di Formazza. Continuare seguendo il Sentiero Italia che per un breve tratto si
farà più ripido per scollinare e catapultarvi all’interno della Valle
Vannino a circa 1950 mslm.
Da questo momento in poi
potete iniziare a godervi il panorama, le Alpi Lepontine vi danno il
benvenuto. Procedere nel centro
valle, superare le indicazioni del rifugio Myriam che troverete alla
vostra sinistra e risalire fino al raggiungimento del rifugio Eugenio
Margaroli che domina il lago artificiale del Vannino.
“Rifugio
Eugenio Margaroli quota 2192 mslm”
Lasciando il rifugio
Margaroli sulla vostra sinistra costeggiare il lago e portarsi ai piedi del
vallone (guardate a Nord lo noterete di sicuro) che conduce al Passo del
Nefelgiù (2583 mslm). Guardarsi in giro per accertarsi delle condizioni dei
pendii e della neve, prendere il fiato e a passo deciso affrontare gli ultimi
480 metri di dislivello della giornata che vi porteranno al punto d’arrivo di
questo itinerario. Godetevi il panorama
buttando l’occhio sulle montagne che dividono il Piemonte dalla Svizzera,
toglietevi le pelli, preparatevi per la discesa e buttatevi nella fresca fino a
tornare al rifugio Margaroli.
Qui se siete con la splitboard armatevi di pazienza perché quello che in salita era un dolce falso piano ora è un dolce “falso discesa”, cercate di far scorrere il più possibile per portarvi fino alla fine della Valle Vannino per poi rientrare nel bosco e giungere all’arrivo dell’impianto di risalita.
Ora le soluzioni per
rientro possono essere due; scendere per la ripida e ghiacciata pista da sci
che vi conduce a Formezza (organizzate le auto prima di partire per
l’escursione) oppure seguire la traccia della
salita tenendo in considerazione che per qualche centinaio di
metri dovrete togliere la tavola e farvi qualche metro di dislivello. A voi la
scelta e buona escursione!
Aggiungo infine alcune foto didattiche:
Nessun commento:
Posta un commento